Con questo vizio del fumo che mi porto dentro da ormai quindici anni, che a metterla giù così fa anche un po’ impressione che sono già passati quindici anni, io, a entrare sempre nello stesso tabacchino, che una volta c’era una simpatica vecchina pace all’anima sua, e adesso ci sono delle giovinette, e il salto generazionale si vede, ecco, io a entrare sempre nello stesso tabacchino, insomma adesso mi pare di entrare a Las Vegas. Rammento che quindici anni fa, arrivavo col mio Ciao giallo coi cerchi in lega neri, ed entravo in un piccolo antro riscaldato faticosamente da una stufa a legne, mentre la vecchina pace all'anima sua, se ne stava a guardare la televisione sulla sua poltrona e il gatto, nero ed enorme, passeggiava, e talvolta bivaccava, sul banco. Apparte il banco, pareva di essere in un salotto di una normale casa, sapeva pure da naftalina, il tipico odore degli anziani, che boh, io me lo sono sempre chiesto perché gli anziani spesso hanno sto odore, forse viviamo in un universo parallelo e nel loro ci sono deodoranti e shampi diversi, bah. Poi una porta che dava su un’altra stanza, costantemente a 2 gradi, vuota, con qualche tavola qui e là, che io non c’ero mai entrato, mi pareva quasi di infrangere una certa privacy, anche se al tempo il concetto di privacy non c'era come adesso, ma io ero già avanti. Narravano le leggende che lì una volta vi fosse una fiorente osteria, poi la legge arrivò e si portò via la licenza. Tolta l’osteria rimase la rivendita di tabacchi e sali, che io sta cosa di comprare il sale dal tabacchino, è una delle tante domande che mi porto dentro.
Adesso quando vado là mi pare di entrare a Las Vegas delle volte, che a gestire ci sono appunto ste giovinette, la rusticità e la modernità dell’ambiente fanno a cazzotti, i gradi della stanza sono saliti a 28, ci sono monitor LCD ovunque, due che guardano la tabacchina e un 5-6 rivolti verso la clientela e in real time si possono vedere le estrazioni di: Winforlife, Lotto, Superenalotto, Tombola, e Lotteria della sagra paesana del Riso; i Gratta&Vinci scendono insolenti dal soffitto e i vecchini che reclamano vincite spesso solo sospettate intralciando il passaggio, insolenti pure loro. Alle pareti mille annunci di gente che vende auto, moto, barche, che fa la babysitter, che stira, che cucina, che lava..meglio de La Pulce, si vendono cani, gatti, uova e aspiravolveri, e come se non bastassero i monitors, campeggiano enormi lavagne con riportate ancora una volta le combinazioni vincenti, sia mai che i vecchini non sappiano che quelle non sono televisioni e rimangano spaesati nel vedere dei freddi numeri al posto di Cucuzza e Magalli. Mancano solo i videopoker.
C’è però un triste e vecchio tavolino, memore dei tempi, della stufa e della poltrona, dove scrivere le schedine, con la bic, che almeno un pennarello con la punta grossa, che insomma fatto 30 facciam 31 e un salto all’Ikea facciamolo, dico io, e pure in cartoleria.
E per fortuna che c’è ancora il gatto che dorme sul banco, anche se adesso, per decoro, dorme dentro una cesta.
Che certe cose son dure a morire.
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